Apprendimenti di Base 2007-08
PIANO POSEIDON
Gruppo di lavoro Interlingua 2 – Sottogruppo 2
Corsista prof.ssa M.Marino
INTERLINGUA
“Non dimentichiamoci che lavorando per l’individuo, svolgendo le sue capacità, la sua originalità, mettendo in valore le sue forze e le sue ricchezze latenti,lavoriamo anche, e forse soprattutto, per la società.”
Edouard Claparède
INTERLINGUA?!
Un'interlingua è la lingua che viene sviluppata da un discente che sta imparando una seconda lingua ma non l'ha ancora pienamente acquisita, preservando alcune caratteristiche della lingua nativa nel parlare o nello scrivere nella lingua bersaglio e apportando delle 'innovazioni'. Un'interlingua è peculiarmente basata sulle esperienze dei discenti con la L2 (seconda lingua). Può cristallizzarsi in qualsiasi fase del suo sviluppo. Il discente crea un'interlingua utilizzando diverse strategie come Language Transfer, ipergeneralizzazione e semplificazione.
L'interlingua si basa sulla teoria secondo cui vi è "una struttura psicologica latente nel cervello", che viene attivata quando un individuo prova ad apprendere una seconda lingua. Larry Selinker propose la teoria dell'interlingua nel 1972, osservando che, in una data situazione, le espressioni prodotte dal discente sono differenti da quelle che i parlanti nativi produrrebbero se tentassero di trasmettere lo stesso messaggio. Questo confronto rivela un sistema linguistico separato, la cui presenza può essere constatata studiando le espressioni dei discenti che provano a riprodurre una norma della lingua bersaglio.
Per studiare i processi psicologici coinvolti, bisogna confrontare l'interlingua del discente con:
Le espressioni prodotte nella lingua nativa dal discente per trasmettere lo stesso messaggio; Le espressioni prodotte nella lingua bersaglio dal parlante nativo di quella lingua per trasmettere lo stesso messaggio.
L’interlingua, in sintesi, va intesa non solo come sistema linguistico intermedio nel processo di apprendimento della L2, come una fase che si colloca tra lostato iniziale del processo di acquisizione e quello di una sua completa padronanza, ma piuttosto come “varietà di apprendimento della lingua seconda (…), come continuum divarietà linguistiche che si pongono nello spazio tra lingua materna dell’apprendente e seconda lingua d’arrivo, caratterizzate da: sistematicità (…), instabilità nel tempo (…),variabilità individuale” (Luise, 2006: 92-93). Pertantol’interlingua, nel suo sviluppo da vita ad un insieme di regole che in parte coincidono con quelle della L2, in parte sono
riconducibili alla L1 e in parte sono indipendenti da entrambe
Due possibili concezioni:
a) le interlingue sono una varietà ‘parziale’ e ‘provvisoria’ della lingua di arrivo: NO!!!!! b) le interlingue sono sistemi linguistici naturali, autonomi e internamente coerenti (anche se in continua evoluzione); sono in buona parte indipendenti da L1 ed L2 (alcune regole coincidono con quelle della L2; altre sono riconducibili alla L1; altre ancora sono indipendenti da entrambe); il percorso acquisizionale è in larga parte comune a tutti gli apprendenti, a prescindere dalla L1 Variabili: i] velocità ii] esito finale .
INTERLINGUA Da F. Ledda e G. Pallotti, "Lo sviluppo dell'italiano come seconda lingua: l'interlingua" in L. Maddii (a cura di), Insegnamento e apprendimento dell'italiano L2 in età adulta, Atene, Edilingua, 2004. (pp. 60- 61) Il termine "interlingua" è piuttosto recente ed è stato introdotto negli anni settanta da Larry Selinker che lo definisce "un sistema linguistico separato che risulta dai tentativi, da parte di un apprendente, di produrre una norma della lingua di arrivo. [...] L'interlingua non è semplicemente una lingua che sta a metà tra la prima e la seconda lingua; essa è un sistema linguistico in formazione con il quale l'apprendente cerca di avvicinarsi il più possibile alla L2 o lingua di arrivo. Questo sistema autonomo, a sé stante, è costituito da un insieme interno di regole, che in parte coincidono con quelle della L2, in parte possono essere ricondotte alla L1, ma allo stesso tempo sono anche indipendenti da entrambe. Tali regole portano gli apprendenti a produrre frasi che, dal punto di vista della lingua d'arrivo, sono errori, delle forme devianti; esse però vengono interpretate, dal punto di vista dell'interlingua, come dei tentativi sistematici da parte di un apprendente di ricostruzione del sistema della seconda lingua.